lunedì 11 giugno 2007

Benvenuti nel blog del museo per la storia dell'università di Pavia!!

Abbiamo creato questo blog per far conoscere il museo per la storia dell'Università non solo dal punto di vista storico e culturale.

Su queste pagine diamo importanza anche a curiosità e particolari riguardanti le collezioni, che rendono la visita al museo un piacevole momento di svago per tutti.

Se qualcuno conosce altre storie, leggende o notizie su questo museo, può arricchire questo blog inserendole nei commenti...per le critiche invece..........siate clementi!!!!

Guardate il nostro video!!

Una breve introduzione



Il Museo, inaugurato ufficialmente nel 1936, accolse inizialmente parte delle raccolte universitarie riguardanti l'anatomia umana, le scienze mediche e chirurgiche, e le scienze fisiche.

La sua collezione si arricchì negli anni con materiali relativi a diverse discipline, i più antichi dei quali risalgono alla seconda metà del XIV secolo e riguardano la storia generale dell'Università di Pavia.

Le raccolte presenti costituiscono una testimonianza diretta dell'attività scientifica e didattica dei diversi studiosi che hanno contribuito in misura significativa allo sviluppo dell'Università.

Il Museo è suddiviso in due sezioni: la sezione di Medicina, composta dalla sala Scarpa, la sala Porta e la sala Golgi, e la sezione di Fisica, composta dalla sala Volta e dalla sala dell'Ottocento.

domenica 10 giugno 2007

L'atrio


All'ingresso, nella prima stanza del museo, l'attenzione dei visitatori è attratta dai medaglioni appesi alle pareti, che ritraggono numerosi illustri docenti dell'università di Pavia.

Vanno segnalati il filosofo naturale Girolamo Cardano, il botanico e chimico Giovanni Antonio Scopoli, il poeta Ugo Foscolo, il giurista Cesare Beccaria, i medici Paolo Mantegazza, Cesare Lombroso e Camillo Golgi.

Nella stessa stanza si trovano, in fondo a destra, una statua in gesso di Cesare Beccaria, progetto dello scultore Giuseppe Grandi, a sinistra, accanto alla porta d'ingresso, un'altra statua in gesso, di Alessandro Volta, progetto eseguito per la statua che si trova nel cortile Volta del palazzo centrale universitario. Nelle bacheche laterali, sono inoltre raccolti vari documenti come ad esempio il codice cartaceo degli statuti del Collegio dei dottori in giurisprudenza del 1395 e lo statuto del Collegio dei giuristi dal 1395 al 1680.

La sezione di Fisica

Nella sezione di Fisica sono custoditi circa 800 strumenti appartenuti al Gabinetto di Fisica universitaria tra il XVIII e il XX secolo.


Si tratta quindi di un patrimonio ingente, che documenta in modo significativo la didattica e la ricerca in un periodo importante dello sviluppo delle scienze fisiche.
L'inizio del Gabinetto si può far risalire al 1771 e si arricchì soprattutto sotto la direzione di Carlo Barletti,nominato professore di Fisica Sperimentale nel 1772.


Il suo vero sviluppo si ebbe però con Alessandro Volta che, già famoso per l'invenzione dell'elettroforo e la scoperta del metano,nel 1778 venne chiamato a sostituire Barletti.
La sezione di Fisica è suddivisa in due sale:la Sala dedicata appunto a Volta e la sala dell'800.

La Sala Volta



In questa sala, sono raccolti circa 150 strumenti riconducibili a Volta, tra cui numerose sue invenzioni ma anche apparecchi inventati da altri e da lui solo utilizzati.
Le sue invenzioni sono esposte sopra quello che fu il suo tavolo da laboratorio.
Accanto al tavolo, vi è anche lo scrittoio e la sedia da lui usati.
Tra le sue invenzioni troviamo l'elettroforo, la pistola elettrico-flogopneumatica, gli eudiometri, il condensatore, l'elettroscopio condensatore, l'elettrometro a pagliuzze e le pile.

Il gruppo di strumenti complementare a quello delle invenzioni voltiane è esposto in antichi armadi del Gabinetto e in vetrine moderne.
Tra gli strumenti di tipo elettrico troviamo bottiglie di Leida, quadri frankliani e due versioni della pila successive a quella voltiana ma vi sono anche strumenti che riguardano termologia, ottica, acustica, magnetismo, pneumatica, meccanica, idraulica, pesi e misure.




Curiosità sulla sala Volta

LA PILA DI VOLTA

Come detto,sul tavolo di lavoro di Volta,si trovano tutti i suoi strumenti originali.

Le pile che sono esposte però, sono delle copie poichè, nel 1899, a Como, è stata allestita una mostra su Volta, ma, durante questa esposizione è scoppiato un incendio e le pile sono andate bruciate.










LA PISTOLA DI VOLTA

La pistola "elettrico-flogopneumatica", ideata da Alessandro Volta, veniva generalmente riempita con una miscela di idrogeno e di aria comune e chiusa con un tappo di sughero. Si toccava poi uno degli elettrodi con una mano e si avvicinava l'altro ad un polo di un macchina elettrostatica. Allo scoccare della scintilla tra questi ultimi e contemporaneamente all'interno della pistola, l'accensione della miscela provocava una forte detonazione e l'espulsione violenta del turacciolo. Questi esperimenti, come scrive lo stesso Volta, " ... e al comune degli spettatori creano più grande stupore, ... , e agl'intendenti ed amatori arrecano maggior soddisfazione, mercecchè si presentan loro combinati in bella forma gli esperimenti dell'elettricità con quei delle arie infiammabili, ... ". Essi rispondevano cioè alla duplice esigenza, molto sentita all'epoca, di "fare spettacolo" e di divulgare gli ultimi risultati della scienza. Per fare questo, molto spesso Volta teneva delle lezioni pubbliche all'Università.




L'IMBUTO MAGICO



Data l'importanza che all'epoca si attibuiva alla diffusione della scienza alla gente comune,ecco un'altro piccolo esperimento che gli scienziati effettuavano per stupire, far conoscere, raccogliere fondi per le loro ricerche e per smascherare i molti imbroglioni che ingannavano le persone con "trucchetti" vari.
L'imbuto magico si compone di due coni di vetro, posti uno nell'altro, in modo da formare una intercapedine fra i due. Il cono interno termina con una coda di ottone, mentre quello esterno finisce un po' più in basso sulla coda stessa. Su questo piccolo tratto della coda è praticato un piccolo foro che mette in comunicazione l'intercapedine con il cono interno. Un altro piccolo foro praticato nell'anello di ottone che fissa i due coni mette in comunicazione l'intercapedine con lo spazio esterno. Se, tenendo chiusa l'apertura finale della coda, si riempie con un liquido l'imbuto stesso, il liquido, passando attraverso il primo foro, riempie anche l'intercapedine, mentre l'aria in essa presente esce dal secondo foro. Chiudendo con un dito il foro nell'anello e aprendo la coda, il liquido contenuto nell'imbuto scola fuori. Sollevando poi il dito, il liquido che era rimasto nell'intercapedine (a causa della pressione atmosferica agente sul primo foro), "magicamente" scolerà fuori dall'imbuto che appariva ormai vuoto.

La Sala dell' 800

Gli strumenti di questa sala sono raccolti in nove armadi e in due grosse vetrine centrali tutti d'epoca.Altre apparecchiature di grosse dimensioni campeggiano su una pedana vicino all'ingresso e, verso il fondo, incombe una voluminosa camera iper e ipobarica ideata da Carlo Forlanini.

Il settore maggiormente rappresentato è l'elettromagnetismo, con il suo complesso sviluppo e le molteplici ricadute tecnologiche.

Possiamo trovare elettrocalamite, apparecchi termoelettrici, bobine di induzione, microfoni, motori elettrici e varie macchine magneto e dinamo-elettriche.


Oltre all'elettricità, compaiono meccanica, pesi e misure, geodesia, ottica, pneumatica e termologia.